giodip89 |
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| Le complicanze di un trapianto di rene sono numerose. Tra queste ricordiamo il rigetto. Questo può essere acuto o cronico.
Rigetto acuto: è più frequente nei primi mesi post trapianto ma è certamente possibile anche nelle fasi successive. I rigetti più tardivi, in particolare negli adolescenti, sono spesso dovuti ad una mancata o irregolare assunzione della terapia immunosoppressiva. È spesso caratterizzato da un brusco peggioramento dei parametri di funzione renale, contrazione della diuresi e aumento della pressione arteriosa. Nei casi più severi, può accompagnarsi a febbre e senso di tensione nella zona dell’organo trapiantato. Una diagnosi certa di rigetto acuto richiede il ricorso alla biopsia renale. Nella maggior parte dei casi il rigetto acuto è suscettibile di trattamento e non necessariamente è causa di riduzione permanente della funzione del rene trapiantato.
Rigetto cronico: è attualmente il vero problema del trapianto. Insorge, in genere, a distanza dal momento del trapianto e tende ad indurre un lento peggioramento della funzione renale. Non sono attualmente disponibili terapie in grado di arrestarne in modo certo l’evoluzione.
Complicanze infettive. La terapia immunosoppressiva, necessaria per l’attecchimento e il mantenimento del trapianto, riduce anche le capacità di difesa del bambino. Sono possibili, quindi, infezioni virali o batteriche, anche ad opera di germi che in genere non determinano alcun problema in bambini sani. È essenziale che il medico conosca e prevenga, per quanto possibile, l’insorgenza di queste infezioni.
Altre complicanze, più rare, sono possibili. Tra queste ricordiamo l’incidenza lievemente maggiore di tumori rispetto alla popolazione generale e di diabete.
Un momento molto delicato nella vita di un bambino trapiantato è il passaggio verso l’adolescenza. La necessità di dimostrare a sé stesso e agli altri la propria “normalità” può spingerlo a comportamenti molto pericolosi per il rene trapiantato. In questa fase, infatti, un numero non trascurabile di trapianti viene perso per la interruzione temporanea o costante volontaria della terapia immunosoppressiva.
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